Il neoespressionismo nella pittura di Vincenzo Camuto
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Il pittore Vincenzo CamutoSi avvia a conclusione, con un successo peraltro crescente e largamente atteso, la mostra trapanese di pittura del dott. Vincenzo Camuto, scomparso qualche mese addietro all’età di appena 32 anni a causa di una implacabile e incontenibile malattia, improvvisamente insorta quando, dopo la laurea conseguita con pieni voti a Palermo nell’Accademia Statale di Belle Arti, l’avvenire di questo validissimo e geniale artista, che si delineava all’orizzonte sotto i migliori e più favorevoli auspici, è stato tragicamente interrotto dal maledetto morbo del secolo, vanificandosi così le attese della critica più avveduta ed esperta riposte nella straordinaria forza di rappresentazione da lui posseduta della cangiante e complessa realtà del mondo contemporaneo. Pur essendo le sue pregevoli opere riferibili al neoespressionismo, tuttavia egli superava di frequente i confini di questa scuola obbedendo alla dirompente plasticità di una personale visione di alta suggestione emotiva piuttosto che alle regole dell’indirizzo di propria appartenenza.
“Sacro” e “profano” trovano spazio nelle tele che i trapanesi hanno avuto modo di ammirare in questi giorni nella Chiesa di Sant’Alberto di via Garibaldi; ma è il “sacro” il soggetto predominante come attesta, a esempio, il dipinto “Sacrificium Agni” custodito nella Galleria civica d’arte moderna di Monreale, mentre un’altra tela, il “Sacrificio dei SS. Cosma e Damiano”, si conserva nella Galleria d’arte sacra del Seminario Vescovile di Trapani.
Un quadro del pittore Enzo CamutoAll’inaugurazione della esposizione postuma di Vincenzo Camuto era presente tra i moltissimi docenti, amici ed allievi giunti da ogni parte della Sicilia, uno di suoi più illustri maestri, il chiarissimo prof. Franco Nocera, titolare di Pittura nell’Ateneo siciliano. «Camuto - ha detto fra l’altro nel suo intervento l’esimio cattedratico - è stato uno dei migliori fra i miei allievi delle recenti generazioni; se egli fosse rimasto ancora fra noi, la sua riconosciuta potenziale inventiva gli avrebbe con ogni probabilità garantito in futuro un posto preminente nella ideale graduatoria dei maggiori artisti italiani del nostro secolo; ma il tempo per lui si è purtroppo ingenerosamente fermato, con immenso e inconsolabile dolore di ciascuno di noi». Significativo anche il breve discorso del vescovo della Diocesi mons. Francesco Miccichè il quale, con accenti commossi, ha rievocato il brillante e prestigioso curriculum del giovane artista, formulando l’augurio che alcune delle sue originali creazioni, presenti attualmente in estranei contenitori, facciano ritorno e trovino definitiva e degna collocazione nei musei trapanesi.
Le massime autorità provinciali e comunali hanno reso omaggio a Vincenzo Camuto, soffermandosi a lungo nei locali della mostra e manifestando il più affettuoso e sincero cordoglio al padre Filippo, alla madre Giuseppina Pollina, al fratello Tony, alla sorella Betty e ai familiari tutti.





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