Il tempio C di Selinunte è uno dei più antichi costruiti sull'acropoli. L'edificio, riferibile alla metà del VI sec. a.C., è periptero esastilo sulla fronte e con diciassette colonne sui lati lunghi. La cella (41,63 m Å~ 10,48 m) è molto stretta rispetto alla larghezza dell'intera pianta, ed è suddivisa in pronaos, naos e adyton in luogo del più diffuso opistodomo. Quest'ultima soluzione architettonica è tipica dei templi selinuntini ma si riscontra anche a Poseidonia, Locri, Corfù e Cirene.
Le colonne del tempio sono prive di entasis e presentano diametri diversi: di queste quelle della fronte est e sette del lato sud sono monolitiche, mentre tutte le altre sono costituite in blocchi. Tra la peristasi e il muro del naos si dispone un deambulatorio largo 4,16 m monumentalizzato ad est da una seconda fila di sei colonne, collocata subito dietro la fronte e chiusa da cancelli metallici. La trabeazione dell'edificio è molto alta (quasi metà della colonna) e presenta un'architrave composta da due elementi sovrapposti. Il rivestimento fittile era assicurato da caviglie metalliche o da pioli incastrati sulla tenia sporgente o sulla fascia sovrastante l'architrave o ancora subito sotto il triglifo.
Le metope, allungate verticalmente, sono più larghe dei triglifi; va detto inoltre che quelle site sulla fronte orientale erano scolpite in alto rilievo. Sul fregio figurato era una cornice caratterizzata da tre corsi: il primo recava i mutuli, il secondo ospitava il rivestimento fittile e il terzo era provvisto di guttae. Sulle fronti era sistemata una sima.
Altro elemento posto a coronamento del tempio C era il geison collocato sui rampanti dei frontoni e sui lati lunghi dove era disposto un ulteriore elemento lapideo che ospitava gli antemi.
La decorazione fittile dell'edificio è costituita, come per gran parte dei templi, dalla cassetta e dalla sima. Entrambi gli elementi recavano una cornice dorica. Le cassette sono realizzate con lastre verticali provviste di una sagoma di kyma ornato con foglie doriche rosse e brune di diverse tonalità e da un tratto piano delimitato da due cordoni dipinti con nastri intrecciati racchiusi nelle curve e da palmette sistemate da destra verso sinistra. La decorazione è realizzata con l'acquerello e utilizza colori che vanno dal rosso-bruno al nero. Dato interessante osservato dal Gullini (che si è occupato dello studio delle decorazioni dei templi selinuntini) è che le linee delle cassette non tagliano né le foglie del kyma né la zona dove si dispongono i nastri intrecciati. Ciò rivela che questi elementi architettonici ricevevano la decorazione pittorica prima della loro messa in opera.
Le sime, a differenza della cassetta, presentano decorazioni diverse: il primo tipo è caratterizzato da una gola rovesciata che si assottiglia via via verso il centro decorata da foglie doriche, da un cordone e da due tratti obliqui verso l'esterno raccordati da una curva leggera; qui si dispongono una serie di palmette e fiori di loto dipinti in alternanza e una doppia fila di spirali che forma una catena. Il secondo tipo presenta una fascia verticale separata da un altro cordone e poi un breve tratto obliquo verso l'esterno. La parte centrale ha una decorazione di palmette e fiori di loto colorati in bruno, rosso e violaceo dipinte tra due file di perle in rilievo. Quest'ultima tipologia appartiene al geison orizzontale.
Dal tempio C proviene anche un kalupter hegemon (coppo di colmo) così decorato: la parte bassa dell'estradosso presenta raggi color bruno, subito sopra sono dipinti dei meandri (sempre in vernice bruna); sulla sommità del coppo è una palmetta sovrastante un fiore di loto.
L'arcaicità di queste terrecotte decorative fa pensare che il completamento del tetto richiese molto tempo dal 550 al 530 a.C. circa.
Altri elementi appartenenti alla decorazione del tempio sono le tegole di gronda che presentano la faccia superiore decorata da due nastri intrecciati, mentre quella inferiore è sottolineata da un meandro a due colori. Sulla sommità della tegola si collocava la coppia di antemi che era posta in opera ancor prima della cottura. La restante parte della superficie era colorata in bruno diluito. Sui lati lunghi dell'edificio manca la sima sostituita da un intreccio di nastri in terracotta che tiene assieme gli antemi che erano fatti da palmette alternate a fiori di loto.
Una trattazione a parte merita il gorgoneion fittile che ornava una delle fronti del tempio. Il manufatto, scoperto dal Gabrici, è alto 2,75 m ed era fissato con chiodi di bronzo. Il naso è modellato in rilievo mentre la parte inferiore e le superfici laterali risultano incavate e ripartite da solchi. Le labbra sono sottolineate in alto e in basso da cordoni rilevati; sotto quello inferiore sono poste sei spirali orizzontali che rappresentano la barba. Il cavo orale è realizzato con un abbassamento di piano tra i due ordini di denti e sottolineato dal colore bruno. Il cordone del labbro inferiore è fiancheggiato da due fascette brune mentre le gengive e la barba sono resi in rosso-arancione. I denti, distinti dalle gengive, sono rappresentati con linee curve geometricamente segnate. Le sopracciglia sono fatte con linee arcuate rastremate all'estremità e tinte in bruno; subito sopra si dispone un piano leggermente obliquo e arcuato: si tratta del rigonfiamento della fronte. I capelli, sottolineati da una vivace policromia che va dal rosso al bruno, sono resi a lumachelle sulla fronte e lasciano spazio, sulla sommità della calotta cranica, a incisioni lineari e parallele. All'altezza delle orecchie la capigliatura si raccoglie in treccioline rappresentate da perle in rilievo.
L'argilla impiegata per la creazione del gorgoneion utilizza come sgrassante granelli di arenaria che venivano ottenuti dalla frantumazione di blocchetti. La superficie posteriore presenta una superficie piana e grezza.
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