Morgantina - Il teatro di Morgantina

La cavea del teatro di Morgantina (Enna)

Hanno ottenuto pieno e meritato successo le manifestazioni promosse dal Teatro Greco di Morgantina nel 50° anniversario degli scavi, per iniziativa congiunta della Provincia Regionale e della Soprintendenza ai Beni Culturali di Enna. Fra le rappresentazioni, “Uccelli” e “Lisistrata” di Aristofane, “Ecuba” di Euripide, “Bacchidi” e “Mostellaria” di Plauto, oltre ad opere di autori recenti e contemporanei. In lingua siciliana, “U Ciclopu” di Luigi Pirandello, tratto dall’omonimo dramma satiresco di Euripide. A conclusione del programma in cartellone, la “Mostra numismatica” (Aidone), la “Mostra archeologica multimediale” (Piazza Armerina), la “Biennale di Archeologia” (Enna), l’attribuzione del “Premio Morgantina 2005”.
Nel volume di Silvio Raffiotta, dal titolo “C’era una volta Morgantina” (Catania 1991), si tracciava la preistoria e la storia di questo sito archeologico, già fiorente nella prima età del bronzo intorno al 1800 a. C. Era originariamente «un modesto villaggio castellucciano di capanne prevalentemente circolari, innalzate con pali in legno su muretti di pietra». La progressiva ellenizzazione, a partire dalla seconda metà dell’VIII secolo a. C., finì con l’interessare anche Morgantina, dove intorno al 560 a. C., «dopo l’arrivo dei primi coloni, quasi certamente da Catania o Lentini, subentrò una più massiccia penetrazione dei più forti Rodii di Gela e, poco dopo, dei loro alleati Corinzii di Siracusa». A seguito della conquista romana dell’Isola, la città, già più volte penalizzata e rasa al suolo per le sue frequenti ribellioni ai dominatori di turno, comprese alla fine di doversi adattare alle circostanze imposte dagli eventi storici, divenendo roccaforte commerciale dei Romani, privilegiato centro di raccolta del grano che dai suoi depositi confluiva nell’Urbe.
In seguito, eclissandosi a poco a poco, scomparve dalla geografia politica. Raffiotta così concludeva: «Occorre fare un salto di duemila anni per vederla riemergere dalle ceneri del passato con il suo vero nome e stendersi al sole e al vento degli Erei, testimone mai smentita di se stessa, delle sue fortune e delle sue sventure». Solo nell’agosto del 1955 fu infatti avviato in loco il primo sistematico scavo da un gruppo di archeologi dell’Università di Princeton, guidato dal prof. Richard Stillwell (USA) e dal prof. Erik Sjokvist (Svezia), che riportarono alla luce lo schema ortogonale di Morgantina con gli edifici pubblici e privati, il teatro e l’agorà. Trecento metri a nord-ovest di essa, è stato successivamente individuato un santuario di Demetra e Kore risalente all’epoca di Timoleone (IV secolo a. C.).
La strada di adduzione alla polis greca è stata finalmente asfaltata lo scorso anno per facilitare l’accesso dei visitatori all’area archeologica e agli spettacoli teatrali. Ne va merito al presidente della Provincia Regionale di Enna Cataldo Salerno e al presidente del Consiglio Provinciale Elio Galvagno, entrambi peraltro protagonisti della vittoriosa battaglia regionale per il quarto polo universitario ed impegnati nella valorizzazione del territorio.
Nel numero di luglio/agosto di “Enna”, la pregevole rivista diretta da Daniela Accurso, il soprintendente ai Beni Culturali Salvatore Scuto, nel sottolineare con piena soddisfazione il recupero e la riattivazione del teatro nel quadro di un programma finalizzato all’ uso sociale del patrimonio archeologico, così conclude: «Non ci resta allora che ringraziare quell’Archelao, figlio di Euclide, che sul dodicesimo gradino del settore centrale dedica l’opera a Dióniso, principale indiziato della costruzione del teatro di Morgantina. E tutti quegli altri che, a 23 secoli di distanza, con intemerato sprezzo del pericolo, gettando il cuore oltre l’ostacolo, hanno reso possibile questo accadimento».

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