È stato scritto in varie circostanze che gli Elimi, i quali intorno all’anno 1000 a. C. erano stanziati nella Sicilia occidentale, prediligevano per i propri insediamenti i luoghi alti e fortificati. Una affermazione questa che ha riscontro ad Erice, Segesta ed Entella, ma non si esclude una presenza elima anche nelle ampie pianure del territorio circostante.
Sulla provenienza asiatica (Tucidide) o italica (Ellanico) del popolo elimo resta aperto il dibattito, ma un ulteriore elemento di ricerca si aggiunge ora a correggere e ad integrare l’opinione relativa al loro selettivo ed esclusivo arroccamento sulle alture. Sebastiano Tusa, a seguito di specifiche indagini territoriali, con riferimento alle località di Pietra Colle, Verderame e Falconera, annota (“Sicilia Archeologica”, anno XXV): «I tre siti indiziati, caratterizzati dalla esistenza di materiale chiaramente legato cronologicamente alla prima presenza elima, si trovano in pianura e a non eccessiva distanza dal mare in una zona estremamente importante per la comprensione dell’etnos elimo poiché non chiaramente occupata, almeno nei secoli IX-VII, né dai Greci né dai Fenici».
Tre insediamenti, dunque: il primo a Pietra Colle nell’agro di Buseto Palizzolo, a ridosso del monte San Giuliano, in quella stretta e lunga fascia tra il pianeggiante ed il collinoso che collega, a sud del monte Sparagio intersecando la penisola di San Vito Lo Capo, i golfi di Castellammare e Bonagia; il secondo nei dintorni di Paceco, lungo il torrente Verderame, sul terrazzo naturale che guarda la stretta pianura costiera fra Trapani e Marsala nei pressi di Nubia; il terzo, a cavallo dei territori di Trapani e Marsala in contrada Falconera, nell’immediato entroterra della medesima pianura costiera, ma già inserito in quel susseguirsi di colline che caratterizza, come scrive Tusa, la porzione centrale della Sicilia occidentale.
Nei siti suddetti sono stati reperiti interessanti materiali ceramici che, opportunamente raccolti e sistemati, non soltanto agevoleranno gli studi archeologici, ma offriranno ai turisti l’opportunità di estendere il circuito elimo a Buseto Palizzolo, a Paceco e a Marsala. Nota storicamente è l’alleanza militare fra Elimi e Punici nella strenua difesa della Sicilia Occidentale dai colononizzatori greci che non riuscirono mai perciò a spingersi con successo oltre Selinunte. Per quanto attiene in particolare alle attività di ricerca nelle aree limitrofe, nel numero 13 di “Paceco”, la bella rivista mensile diretta da Nino Basiricò, si segnala in tema di archeologia uno stimolante contributo di Enzo Guidotto dal titolo “La preistoria non è un’opinione”.
Un progetto in questa direzione ha un convinto sostenitore nell’assessore al Turismo della Provincia Regionale di Trapani Andrea Di Girolamo che, d’intesa con il presidente Girolamo Turano, accanto ai due tradizionali itinerari fenicio-punico e greco-romano intende proporre alle locali agenzie di viaggio un terzo itinerario, quello elimo, che comprende Drepano (Trapani), Erice, Segesta, Emporium Segestanorum (Castellammare del Golfo), Alicia (Salemi), Monte Polizo (Vita), Marsala, Buseto Palizzolo e Paceco, ed ancora Gibellina, Alcamo (con i recenti assai rilevanti ritrovamenti elimi sul monte Bonifato) e Poggioreale. L’offerta turistica potrà essere inoltre allargata agli analoghi siti della provincia di Palermo, come Jetas (San Cipirello e San Giuseppe Jato) ed Entella (Contessa Entellina).
La ricerca elima, alla quale da un quarto di secolo dà un consistente contributo anche la Scuola Normale di Pisa con una propria missione di scavo a Entella e a Segesta guidata ieri da Giuseppe Nenci ed oggi da Carmine Ampolo, presenta quindi nuove prospettive di fattivo sviluppo, i cui risultati vanno convenientemente indirizzati alla fruizione di un più vasto pubblico.
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