Alcuni dei più importanti esponenti dell’archeologia classica, fenicio-punica e subacquea italiana e mediterranea, studiosi di istituti pubblici e di università, si ritroveranno insieme per due appuntamenti che avranno quale comun denominatore il ricordo di Vincenzo Tusa, uno dei più importanti pionieri italiani dell’archeologia mediterranea.
Sabato 6 giugno a Ustica (Palermo), venerdì 12 e sabato 13 giugno a Selinunte (Trapani), infatti, la figura di Tusa, scomparso lo scorso 5 marzo, verrà ricordata per mettere in evidenza il grande imprinting che diede alla ricerca scientifica applicata all’archeologia, dagli anni Sessanta in poi, e che ebbe rilevanti conseguenze come l’avvio della ricerca sui Fenici, Punici e sugli Elimi in Sicilia, popolazioni e culture prima di allora sconosciute, ma anche nell’ambito dell’archeologia subacquea e per l’innovazione di un metodo d’indagine archeologica che spostò l’attenzione dello studioso dalla sola analisi dei reperti come esempi di arte antica alla ricerca sulla cultura materiale che quei reperti rappresentavano, senza perdere di vista l’uomo che li produsse. Fu Tusa, fra l’altro, a realizzare una sezione archeologica subacquea nel Museo Nazionale di Palermo, la prima in Sicilia insieme con il museo di Lipari. Fu lui ad intraprendere campagne di scavo sistematiche nei siti di Mozia, Segesta e Selinunte alla scoperta delle popolazioni indigene, fenicio-puniche ed elime della Sicilia. Fu lui ad impiantare una serie cospicua di collaborazioni nazionali ed internazionali per la ricerca archeologica nella Sicilia occidentale. Infine, fu lui a lottare duramente contro la mafia per la salvaguardia dei siti archeologici della Sicilia occidentale, realizzando il primo parco archeologico d’Italia a Selinunte.
L’auditorium comunale di Ustica, con inizio alle 9 di sabato 6, sarà la sede della “Giornata di studio in memoria di Vincenzo Tusa per la realizzazione di un Osservatorio permanente per la protezione del patrimonio culturale sommerso nel Mediterraneo”, organizzata dalla Soprintendenza del Mare di Palermo, diretta da Sebastiano Tusa, dalla Soprintendenza ai beni culturali di Palermo, diretta da Adele Mormino, dal Servizio per i beni archeologici della stessa Soprintendenza diretto da Francesca Spatafora, dalla Soprintendenza ai beni culturali di Trapani, diretta da Giuseppe Gini, dal Servizio per i beni archeologici della stessa Soprintendenza diretto da Rossella Giglio, dal Comune di Ustica e dall’Accademia internazionale di scienze e tecniche subacquee di Ustica. Nell’ambito di questa iniziativa sarà lanciata l’idea di creare un Osservatorio del patrimonio subacqueo mediterraneo, in linea con la recente convenzione Unesco per la protezione del patrimonio culturale subacqueo, per stimolare la realizzazione di reti di controllo del patrimonio sommerso anche nelle acque internazionali in modo da evitare depredamenti. Un osservatorio che avrà sede sull’isola del Palermitano e che sarà realizzato in collaborazione con l’Accademia subacquea di Ustica.
Al Baglio Florio del Parco Archeologico di Selinunte, venerdì 12 e sabato 13, con inizio sempre alle 9, si discuterà sul tema “Selinunte ed il Mediterraneo nelle nostre vite. Il ruolo di Vincenzo Tusa nella scoperta delle popolazioni della Sicilia antica”. Un modo per mettere in evidenza la peculiarità di Tusa come studioso delle tre civiltà della Sicilia antica (punica, greca ed elima), ma anche come operatore attivo nella tutela del patrimonio culturale della Sicilia occidentale che ebbe quale effetto, fra l’altro, la creazione del Parco archeologico di Selinunte. Nel pomeriggio di domenica, sarà realizzato anche un evento “Cam” al Baglio Calcara da parte della fondazione Kepha. Le giornate selinuntine sono organizzate dalla Soprintendenza del mare di Palermo, dalla Soprintendenza dei beni culturali di Trapani, dal Servizio per i beni archeologici della stessa Soprintendenza, dal Comune di Castelvetrano e dalla fondazione Kepha. I due appuntamenti celebrativi, ai quali ha assicurato la sua presenza il fenicista prof. Enrico Acquaro dell’Ateneo di Bologna, sono stati finanziati con uno stanziamento speciale a completamento dei fondi del Por Sicilia 2000-2006.
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