L’archeologo prof. Angelo Vintaloro, stimato ed apprezzato direttore del nuovo Museo civico comprensoriale di Corleone, intitolato al pittore futurista “Pippo Rizzo” ed inaugurato nel marzo del 2008, è autore assieme ad altri valenti studiosi di un ambizioso e vasto progetto per ricerche archeologiche nel Congo, in Tanzania ed in altri Paesi africani.
Sede operativa della prestigiosa iniziativa è il suddetto Museo, che opera in collaborazione con l’Ambasciata del Congo e con vari enti internazionali. Responsabile scientifico e capo della segreteria sono rispettivamente il prof. Sebastiano Tusa e la dott.ssa Elisabetta Viola.
Nel programma, approntato dai promotori, sono contenute alcune preliminari considerazioni. È ampiamente conosciuto e comunemente accettato che in Africa riconosciamo la nostra origine come umanità. A tal proposito, le scoperte archeologiche, come quelle di Olduvai e come pure il DNA archeogenetico, confermano che i nostri antenati hanno fatto le loro esperienze primarie in Africa centrale e da là si sono mossi verso la colonizzazione dell’ intero pianeta. Comunque questa importante storia dell'umanità e il ruolo dell'Africa nel telaio degli studi storici ed archeologici sono lontani dalla relativa potenzialità reale. Ancora è attestato scorrettamente che questo è un continente "senza storia". Tale idea irragionevole ancora presente fra alcuni eruditi e studiosi è basata sull'assenza di conoscenza circa la storia antica dell'Africa. È probabilmente errato che l'Africa non abbia la relativa dinamica storica sparsa in una biodiversità assai diffusa. Le intelligenze nuove ed i piani d'azione si proiettano ora sulle tracce di civilizzazione antica, sviluppata nella memoria e sepolta sotto la polvere dei millenni e dei secoli. Questo è il caso del Sahara, del Sudan, dell’ Africa orientale e dell’Africa sud-centrale. Qui ci si propone di applicare l'ultima metodologia di ricerca archeologica , nel lavoro di campo e nell'elaborazione delle annotazioni e degli oggetti. Vi è la possibilità concreta di rilevare una transazione in lungo e in largo di questa zona che sicuramente otterrà risultati importanti. L'occasione sarà la costruzione di una nuova conduttura che funzionerà attraverso il Congo, il Ruanda e la Tanzania. Secondo le ultime metodologie archeologiche lo studio su un transect che attraversa una regione di caratteristiche differenti darà all'archeologo un'immagine completa e reale di quell’area perché costituisce un campione lineare di una regione molto ampia. In collaborazione con le autorità locali ed i colleghi; si intende perciò attuare in quel territorio una "archeologia di salvataggio".
Ciò risolverà il problema della paventata distruzione dei siti antichi durante la costruzione della conduttura. Prima che essa sia realizzata va eseguita un'indagine archeologica approfondita per selezionare i luoghi più adatti agli scavi. Questo progetto di archeologia di salvataggio darà l'occasione di approfondire le radici storiche di un territorio non ancora sufficientemente conosciuto. Lo scopo sarà di fornire un largo e minuzioso studio dei dati storici ed archeologici che vengono dalle indagini di scavo. Sarà in specie una sezione trasversale culturale e storica ideale dell'Africa. I metodi archeologici aggiornati di indagine per campione saranno usati per localizzare i luoghi. Lo scavo sarà effettuato usando il sistema digitale dei metodi del laser ,del dispositivo d'esplorazione e dell'annotazione per analizzare il remains architettonico finale. Un metodo bio-archeologico ed archeometrico sarà seguito nello studio sulle annotazioni archeologiche per capire lo sviluppo dell’ecosistema ed il ruolo delle società umane in quelle zone con le relative età. L'elaborazione dei dati verrà compiuta in una prospettiva antropologica per valutare il ruolo delle società umane nella civilizzazione africana. Il lavoro in Tanzania costituirà un'operazione fantastica nell’applicazione della ricerca del museo di Corleone in uno dei luoghi più importanti per la storia dell'umanità: le Gole dell’ Olduvai.
In relazione a siffatto progetto di campo non mancherà un supporto scientifico ad una grande idea che sta sviluppandosi fra alcuni intellettuali africani : la costituzione dell’Historic and Anthropologic Pan Africa Museum (HAPAM). Questa struttura potrebbe essere realizzata in una delle ampie case coloniali che simboleggiano l'ultima tragedia dell'Africa. Ma la posizione "di un santuario" di cultura e di storia africane in questo genere di residenza darà l'idea di una specie di equilibratura fra le forze interne ed esterne che caratterizzano la storia lunga e profonda dell'Africa. Tutte le nazioni africane contribuiranno con alcuni capolavori relativi alla storia di ogni proprio paese in una operazione enorme nel rappresentare l'intero continente attraverso alcuni oggetti importanti e significativi nella struttura di un sistema completo di spiegazione, garantito da un insieme profondo ed aggiornato di informazioni che, attraverso le caratteristiche delle diverse nazioni africane, narreranno la storia dell’intera Africa ed il relativo ruolo nel telaio storico del nostro pianeta. Il metodo storico ed antropologico sarà la base su cui si svilupperà "la lingua" che mostrerà il fantastico mosaico delle civilizzazioni africane e contribuirà nel radunare il passato nel telaio unificato della storia del continente.
Ogni frammento di storia che avrà contribuito alla costruzione della civilizzazione africana sarà rappresentato nel museo. I primi antenati umani dell’ Olduvai inizieranno una parata storica che si mostrerà dal Saharan alle Comunità neolitiche, così come le società predinastiche di Fayum. Si continuerà con i chiefdoms africani centrali verso le civilizzazioni del sud, passanti attraverso i vecchi imperi di orientale dell'Africa occidentale. Tutti i paesi mostreranno il loro ruolo nella storia comune dell'Africa. Sarà l'Etiopia ad ospitare questo museo? O sarà il Sud-Africa? Ciò va oltre la nostra possibilità di decisione e dovrebbe essere una scelta fatta con l'accordo fra le nazioni africane.
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