È stato inaugurato il nuovo Civico Museo Archeologico di Mergozzo nella sede, predisposta dal Comune di Mergozzo con finanziamenti regionali, all’interno di un edificio storico che si affaccia sulla centrale via Roma.
La ricca esposizione, cresciuta nel tempo grazie alla passione ed all’impegno del locale Gruppo Archeologico, coordinato da Alberto De Giuli ed Annarosa Braganti, diviene oggi un museo modernamente concepito.
L’allestimento, sotto la supervisione scientifica della Soprintendenza ai Beni archeologici del Piemonte, è stato curato dall’archeologa Elena Poletti in collaborazione con il Gruppo Archeologico di Mergozzo.
L’archeologa curatrice ed il Gruppo Archeologico stanno ora predisponendo le proposte per le scuole; l’attività didattica è infatti da sempre stata il fiore all’occhiello del Museo che offre un excursus di materiali che va dall’Età della Pietra sino alle soglie del Medioevo.
Una piccola mostra di materiale archeologico del territorio di Mergozzo, allestita nell’estate del 1969, fu motivo di incontro per un gruppo di appassionati delle più antiche testimonianze storiche del paese. Si costituì così, sotto forma di comitato, il Gruppo Archeologico di Mergozzo (G.A.M.) che, nell’antica Casa del Predicatore concessa dalla Parrocchia, cominciò a raccogliere in custodia conservativa il materiale archeologico che fu possibile reperire presso vari privati che ne erano in possesso o emerso dagli scavi condotti negli anni a Mergozzo ed in altre località del territorio della provincia.
Divenuta inadeguata la sede originaria, grazie all’intervento del Comune di Mergozzo e della Regione Piemonte, con il coordinamento della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte, a partire dal 2003 i materiali sono stati trasferiti in una nuova e più moderna sede, rispondente agli attuali criteri di sicurezza ed accessibilità.
Il museo è articolato in due sezioni: una dedicata alla tradizione della lavorazione della pietra, una a carattere archeologico.
Al primo piano, la sezione “della pietra” ospita strumenti ed attrezzi del lavoro tradizionale dei cavatori e degli scalpellini che coltivarono le cave di granito di Montorfano e di marmo di Candoglia; accanto agli attrezzi sono esposti alcuni manufatti in pietra da contesti archeologici come epigrafi preromane e romane, opere medievali dal sito di Montorfano.
Al secondo piano, il percorso si articola in due sale, proponendo reperti ordinati secondo criteri cronologici. I manufatti più antichi risalgono alla fine dell’età della pietra ed all’età del bronzo: si tratta per lo più di industria litica proveniente da Mergozzo, accanto al famoso pugnale in bronzo dell’Arbola e a materiali da altre località (Baceno, Cireggio, Grassona di Cesara...). La tarda età del ferro è invece rappresentata dai corredi della necropoli di Carcegna (I secolo a.C.) e da una spada celtica con fodero da Mozzio di Crodo. Una seconda sala illustra l’età romana, attraverso i materiali dai numerosi scavi effettuati a Mergozzo, che consentono di cogliere sia i costumi funerari (necropoli di Praviaccio e della Cappella) che alcuni aspetti della vita quotidiana e delle tecniche produttive antiche (in particolare, la fornace per laterizi d’età romana di Rubianco). Chiudono il percorso i reperti delle tombe tardo-antiche (IV-V secolo d.C.) di Carcegna e quelli altomedievali di Montorfano, aprendo uno squarcio sulla fine del mondo antico e la cristianizzazione del territorio.
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