Lilibeo e Cartagine, Marsala e Tunisi, due città antiche e due città moderne innegabilmente legate dalla storia, che ritrovano insieme, in un rinnovato rapporto turistico-culturale, legittime ragioni di attiva cooperazione e di aperta amicizia. Se ne sono fatti ulteriormente promotori in queste settimane l’assessore provinciale al Turismo Andrea Di Girolamo, il sindaco di Marsala Renzo Carini e il deputato regionale Giulia Adamo, anche attraverso un’intensa serie di proficui contatti avviati con istituzioni universitarie italiane allo scopo di dare vita ed anima ad una iniziativa che dovrà restituire all’antica metropoli siciliana il meritato ruolo di capitale europea del mondo fenicio-punico. Analogamente, sono in programma più frequenti incontri con le autorità tunisine in un fervido clima di perfezionate intese proiettate verso un prossimo futuro di concreta collaborazione per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
L’iniziativa sopra accennata riguarda la costituzione a Marsala, mediante successive tappe concordate, di una facoltà universitaria di archeologia fenicio-punica. Essa dischiuderà le porte nel territorio di Lilibeo e di Mozia ad un’intensa fase di ricerche e di studi che si estenderanno, in una auspicata prospettiva di cooperazione, ai luoghi in cui maggiormente fu attiva nella Sicilia occidentale la presenza di empori fenici e di roccaforti puniche. Giulia Adamo è impegnata ad ottenere dalla Regione i relativi supporti finanziari anche mediante l’uso appropriato dei canali europei che negli orientamenti maturati a Bruxelles dischiudono già prospettive di imminente e fattiva cooperazione fra l’area occidentale della Sicilia e la vicina realtà africana.
Si inquadra perciò in tale ambito la vigorosa operosità di Andrea Di Girolamo che, d’intesa con il presidente della Provincia Regionale di Trapani on. avv. Girolamo Turano, guarda con entusiasmo alla prospettiva di una crescente collaborazione con la Tunisia, facendo di Marsala (ma anche di Mazara) il centro promotore di iniziative con l’appoggio delle agenzie turistiche, affinché quello della Sicilia divenga ogni giorno di più un ruolo di ponte ideale tra l’Europa e l’Africa, moltiplicando con il turismo le occasioni di amicizia di due popoli e di due culture che hanno salde radici nella matrice unitaria della civiltà cartaginese.
Nel quadro del programma prospettato, un significativo spazio è riservato all’archeologia e, in tal senso, Marsala potrà mettere in evidenza i suoi tesori, quelli dissepolti e quelli che giacciono ancora custoditi sotto terra. Nel volume “La topografia di Lilybaeum”, edito a Trapani nel 1999, il prof. Maurizio Vento, docente a contratto di archeologia fenicio-punica nell’Università di Bologna, scrive a pag. 35: «Dal periodo normanno ai nostri giorni la crescita demografica, peraltro lentissima fino al secolo scorso, ha di fatto trovato sbocco nell’entroterra dell’agro marsalese, lasciando intatti verso il mare i trecentomila metri quadrati della zona archeologica, dove una significativa porzione della nobile città di Lilibeo giace sepolta ed attende, come una nuova Pompei, di essere riportata alla luce e restituita all’antico splendore».
Ma gli scavi, aggiungiamo, vanno compiuti con assoluta professionalità e senza frettolosità. I reperti ritrovati non dovranno essere accumulati come è purtroppo accaduto nei magazzini, ma contestualmente studiati, catalogati, pubblicati ed accolti in adeguate strutture museali. Non è questo un compito da affidare in esclusiva alle soprintendenze, di frequente carenti di personale specializzato, ma s’impone, come condizione ineludibile, la sorveglianza (scavi e catalogazione) da parte di prestigiose istituzioni universitarie.
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