Afrodite Ericina nel Mediterraneo
Luis Alberto Ruiz Cabrero Universidad Complutense Madrid Giacomo Tranchida Enrico Acquaro Francesco Laratta Arkeomania Armonie Ericine Fici Li Bassi Paolo Barresi Nino Fici Li Bassi Laura Montanti Lorenzo Nigro Castello di Venere Erice ierodule prostituzione sacra Astarte Afrodite Venere Carmine Ampolo Francesca Spatafora Rossella Giglio Ignazio Concordia Sabatino Moscati
Luis Alberto Ruiz Cabrero Universidad Complutense Madrid Giacomo Tranchida Enrico Acquaro Francesco Laratta Arkeomania Armonie Ericine Fici Li Bassi Paolo Barresi Nino Fici Li Bassi Laura Montanti Lorenzo Nigro Castello di Venere Erice ierodule prostituzione sacra Astarte Afrodite Venere Carmine Ampolo Francesca Spatafora Rossella Giglio Ignazio Concordia Sabatino Moscati
Chi voglia ricevere informazioni sulla Venere Ericina può facilmente ottenerle in Internet: ai primi due posti (su 9650 siti) della specifica voce di Google (“Venere Ericina”) troverà infatti due contributi di «Arkeomania», il primo a firma di Ignazio Concordia dal titolo “La Venere Ericina”, il secondo a firma di Sabatino Moscati dal titolo “La prostituzione sacra nella terra dell’amore”. Una opportunità di dettagliata conoscenza e di pubblica fruizione meritevole di essere evidenziata per il convegno sul tema “Il Culto di Afrodite Ericina nel Mediterraneo”, promosso dal Comune di Erice con il patrocinio dell’Assessorato dei Beni Culturali della Regione Siciliana, della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani, dei Gruppi Archeologici d’Italia e dell’Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale. L’incontro, che avrà luogo al Convitto Sales nei giorni 27 e 28 novembre 2009, si aprirà con gli interventi e i saluti di Giacomo Tranchida (sindaco di Erice), di Laura Montanti (assessore alla Cultura), Giuseppe Gini (Soprintendente BB.CC.AA. di Trapani), Rossella Giglio (dirigente servizi archeologici Soprintendenza Trapani), Enrico Ragni (presidente nazionale Gruppi Archeologici d’Italia), Stefano Medas (presidente Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale di Venezia).
Fra le personalità invitate, che relazioneranno su specifici argomenti in rapporto al tema centrale del convegno, ricordiamo Enrico Acquaro (Università di Bologna), Luigi Biondo (Soprintendenza di Trapani), Sebastiano Tusa (Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana), Paolo Barresi (Università Kore di Enna), Aldina Cutroni Tusa (Università di Palermo), Maria Luisa Famà (Museo Pepoli), Carmine Ampolo (“Normale” di Pisa), Lorenzo Nigro (“La Sapienza” di Roma), Luis Alberto Ruiz Cabrero (Universidad Complutense de Madrid), Francesca Spatafora (Soprintendenza di Palermo), Rossella Giglio (Soprintendenza di Trapani). Beatrice Lietz (“Normale” di Pisa), Francesco Laratta (Gruppo Archeologico di Sciacca).
Nell’introvabile carta turistica del centro storico di Erice, realizzata anni addietro dalla Provincia Regionale di Trapani, si leggeva fra l’altro: «Erice, la città sacra degli Elimi, dei Cartaginesi e dei Romani, conserva fra le vetuste mura i segni tangibili del suo glorioso passato, testimoniato dalle fonti letterarie e dai siti archeologici che ne costellano il territorio. Virgilio e Orazio, Carducci e Fici Li Bassi cantarono nei loro versi la mistica suggestione che si sprigiona da questi luoghi. Nel tempio di Venere cinquemila bellissime sacerdotesse praticavano la prostituzione sacra, unendosi in amplessi d’amore con i naviganti provenienti in devoto pellegrinaggio da ogni angolo del Mediterraneo». Del grande poeta siciliano Nino Fici Li Bassi ora ricordato, sopra una lastra marmorea delle torri del Balio, si legge lo stupendo sonetto “Erycina Venus”, tratto dal volume “Armonie Ericine” (1951).
Se non restasse delimitato nell’esiguo perimetro di un pur rilevante convegno, il binomio cultura-turismo potrebbe forse davvero rappresentare un’autentica svolta, imprimendo finalmente un non trascurabile impulso all’economia del territorio. Un impegno che dovrebbe essere opportunamente indirizzato verso altre concrete iniziative come, ad esempio, la costituzione del Parco Virgiliano nei luoghi cantati dal sommo scrittore latino nel quinto libro dell’Eneide.
Ma temiamo che questa sia destinata a rimanere, come accade purtroppo da svariati decenni, “vox clamantis in deserto” (la voce di chi grida nel deserto).
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