La topografia di Lilybaeum

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La ricostruzione della topografia dell’antica Marsala è stata compiuta dal prof. Maurizio Vento in due anni di attenta ricognizione sui luoghi. Il volume, in cui viene redatta in collaborazione con Giuseppe Agosta la pianta della città punica, costituisce il frutto di una approfondita ricerca, sulla scia delle indagini già avviate nel 1894 dall’archeologo Antonino Salinas, al quale è oggi intitolato il Museo Archeologico di Palermo. In questo libro è posto in evidenza il grandioso sistema di fortificazioni che aveva reso davvero inespugnabile la roccaforte di Lilibeo, e vengono fornite agli studiosi utili informazioni anche sull’assetto ippodameo della città, la quale a giusta ragione e con pieno merito per il ruolo rivestito in sede internazionale nella politica del tempo fu chiamata la “Cartagine europea”.
Nelle pagine corredate da fotografie dei luoghi descritti si rivivono i momenti salienti della storia di Lilibeo ed assume rilievo plastico la vita della città fenicia con i suoi splendidi edifici, con le sue terme, con i suoi monumenti. La pubblicazione del volume è stata preceduta da attente e scrupolose ricerche sul territorio, con sopralluoghi compiuti anche negli androni degli edifici delle principali strade dal momento che la nuova Marsala è soprastante alla Marsala antica. Per la ricerca delle fortificazioni lilibetane nelle autorimesse, in aree da cui restano ovviamente esclusi i turisti, l’autore ha dovuto chiedere permesso di accesso agli attuali proprietari che, con ospitale cortesia, lo hanno comunque concesso.
È stato pertanto possibile fotografare e descrivere altresì tratti del possente fossato che circondava Lilibeo rendendola di fatto imprendibile. Nel testo ci sono le cronache degli scavi compiuti attraverso gli anni nella zona, in parte preservata laddove sorgerà il parco archeologico. Va reso merito a quanti si sono strenuamente impegnati perché il cemento non invadesse le aree protette. Lilibeo era attraversata nel suo asse maggiore da sei decumani e da ventisei cardini che delimitavano, comprese le mura del porto e quelle di nord-est, un perfetto rettangolo, diviso in due parti dal decumanus maximus, corrispondente a viale Vittorio Veneto e a via XI Maggio.