Itinerario archeologico in provincia di Palermo

di Maurizio Vento
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Mappa delle località dell'itinerario turistico archeologico in provincia di Enna, con viaggi a Morgantina, Centuripe, Calascibetta, Assoro, Nicosia, Piazza Armerina con la sua splendida villa romana del casale.Fondata nell’VIII secolo a. C. dai Fenici, di cui divenne presto uno dei tre maggiori empori (gli altri due erano Solunto e Mozia), Panormos (= tutto porto), odierna Palermo, gode di una splendida posizione geografica ai piedi del Monte Pellegrino. Il clima mite nelle quattro stagioni dell’anno la rende gradevole stazione di soggiorno per chi vi abita ed attraente meta per un turismo residenziale, oltre che di transito verso l’area limitrofa di un vasto comprensorio.
Rilevante base navale punica, fu proprio in questa zona che ebbe luogo la battaglia di Imera, in cui riuscì vincitore l’esercito dei Greci. Ma la città rimase, malgrado tutto, fortemente ancorata ai Cartaginesi. Conquistata da Pirro, re dell’Epiro, nel 276 a. C., in seguito assieme al resto dell’isola, dopo il 241 a.C., a conclusione della prima guerra punica, passò sotto la giurisdizione dei Romani.
Su “Palermo Punica” e sulla proposta di un itinerario didattico anche ad uso delle scuole, di utile lettura è l’interessante studio di Francesca Spatafora apparso su “Sicilia Archelogica” (1996, anno XXXIX), rivista alla quale rinviamo per una più esauriente e dettagliata informazione.
Chi giunga da queste parti sulle tracce del vecchio mondo, poco troverà ovviamente in loco delle civiltà fenicia e romana, ma resti e manufatti sono concentrati nel Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas”, le cui sale ospitano gli oggetti rinvenuti. Una visita della struttura permetterà di ammirare da vicino capolavori di ogni epoca e dell’intera Sicilia, tra cui le celeberrime metope di Selinunte e le bellissime edicole dipinte di Lilibeo, con raffigurazione di banchetto funebre.
Le sole basi degli edifici tuttora riscontrabili sono visibili in piazza della Vittoria entro Villa Bonanno. Costituiscono il “frutto” di una campagna protrattasi per parecchi anni, dal 1868 al 1915.
A pochi chilometri da Palermo, nei pressi di Bagheria, sul Monte Catalfano, si affaccia sull’azzurro delle acque del Tirreno l’antica Solunto, l’altro emporio fenicio di cui ci parla Tucidide. Le ricerche di quanto resta della potente “colonia” vennero riprese nella seconda metà del secolo scorso dall’allora soprintendente della Sicilia occidentale Vincenzo Tusa, che nel n. 17 di “Sicilia Archeologica” (marzo 1972) dedicò poi all’argomento diciotto pagine, corredate da disegni e fotografie. La città, in seguito ellenizzata, contiene i resti di sontuose case, di un grande teatro, di un’agorà, di un ginnasio, di un odeon, nonché statue e manufatti conservati in un piccolo museo. L’impianto ippodameo è il medesimo che fu in quei secoli adottato dagli urbanisti anche in altri centri sia del Mediterraneo sia della Sicilia, come accadde ad esempio nella punica Lilibeo (odierna Marsala).
Ed ecco, nelle adiacenze, la nobile Himera, avamposto della grecità nella Sicilia nord-occidentale, colonia fondata da Zancle e legata perciò ai Calcidesi. Gli ampi quartieri, l’area sacra, le possenti mura, il tempio della Vittoria, il santuario di Athena sono solo alcune delle tappe che rappresentano un irrinunciabile richiamo per le folle che quotidianamente raggiungono questa fondamentale meta del turismo siciliano.
Merita una escursione Contessa Entellina, anche se la strada, pur essendo asfaltata, non sempre si presenta agevole. È l’occasione giusta per prendere contatto con la civiltà degli Elimi, essendo stata Entella una delle tre maggiori città del popolo qui giunto tredici secoli prima di Cristo dalla lontana Anatolia. Nell’Antiquarium, intitolato alla memoria dell’archeologo prof. Giuseppe Nenci della Normale di Pisa, che quivi effettuò negli ultimi anni con i propri collaboratori varie missioni, sono custoditi i reperti del mondo elimo, catalogati e sistemati in apposite teche. Gli scavi comunque non sono rimasti interrotti perché se ne occupano ora con altri colleghi il prof. Carmine Ampolo e il prof. Alessandro Corretti, che appartengono alla stessa Scuola di Nenci.
E, infine, non va trascurato un altro centro elimo, quello di Jetas, sulla vetta del monte Iato, nel Comune di San Cipirello. Pure qui i Greci si sovrapposero alla precedente presenza elima. E dovrebbe rientrare nel “pacchetto” proposto la Montagna dei Cavalli con il sito di Hippana e con quanto di rilevante è stato dissotterrato dal lodevole impegno e dalla assidua iniziativa della Soprintendenza di Palermo.




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