Situata sulla montagna e sfiorando nella parte più elevata i 1100 metri, il capoluogo di provincia più alto d’Italia si erge in tutta la sua imponenza nel centro della Sicilia a sfidare i millenni. Enna con la sua moderna università, quarto ateneo della Sicilia dopo Palermo, Catania e Messina, ha assunto un ruolo trainante nel mondo culturale ed economico dell’Isola, grazie al massiccio impegno di una classe dirigente che opera unitariamente, dal centro-destra al centro-sinistra.
Dal punto di vista turistico, rilevanti sono i passi compiuti negli ultimi anni, per l’ampliamento dell’offerta alberghiera e della ristorazione. Si è puntato molto sulla valorizzazione dei paesaggi naturali e sulla divulgazione dei siti archeologici e in questa attività volta allo sviluppo della zona non è mancato il riferimento al mito, che qui ha il proprio fulcro nel Ratto di Proserpina che la leggenda colloca sulle rive del Lago di Pergusa.
Ad Enna, denominata a giusta ragione “belvedere della Sicilia”, si suggerisce un soggiorno di almeno una settimana, sia per meglio conoscere quanto di interessante ci è dato scoprire tra le sue strette vie e i suoi vetusti quartieri, sia come base per le escursioni nell’hinterland così ricco di storia e di monumenti.
Dalla rupe, ove sorgeva il tempio della dea Cerere, al Castello di Lombardia una riposante passeggiata permette di spaziare con lo sguardo su larga parte della Sicilia orientale, fino al vulcano Etna che fu sede dei Ciclopi e venne cantato da Omero e da Virgilio. Uno sosta merita anche la Torre ottagonale di Federico Secondo all’interno della Villa comunale; né va trascurato il Museo del Palazzo Varisano con reperti, manufatti e gioielli di varie epoche.
Enna nella prima metà degli anni Quaranta era sede del primo quotidiano edito in Sicilia durante la seconda guerra mondiale, “Il Solco”, diretto da Pietro Vento, che fu per parecchi anni presente nelle edicole di Enna, Caltanissetta, Messina, Ragusa, Catania e Siracusa e vantò tra i propri collaboratori ennesi illustri, come tra gli altri lo scrittore Nino Savarese e il giornalista Nello Gandini. La rarissima collezione dello storico giornale è custodita nella attrezzata e funzionale Biblioteca del Comune.
Di fronte al capoluogo, ben visibile dal suo Belvedere, troviamo Calascibetta, costruita dagli Arabi su una altura (878 m.) già abitata nella preistoria. Della presenza umana rimane traccia nelle numerose necropoli con oltre trecento tombe a fornice e vari sepolcri ad ipogeo. Una sosta merita Assoro i cui abitanti, come attesta Cicerone, si distinsero per l’energico coraggio con cui si opposero alle ruberie di Verre.
Centuripe è raggiungibile con qualche difficoltà in considerazione del percorso non sempre agevole, e tuttavia non va trascurata dagli amanti dell’archeologia per il suo splendido Museo, ove innumerevoli sono i reperti esposti tra i quali una testa dell’imperatore Adriano.
Ma è ad Agira che il turista trova l’atmosfera di una Sicilia autentica, non imbarbarita, per così dire, da discutibili ed improvvisate innovazioni. Vi domina la memoria di uno dei maggiori storici della grecità, Diodoro Siculo, che qui ebbe i natali e a cui è intitolata una antichissima e prestigiosa biblioteca. Il suo mezzobusto è venerato come se si trattasse della statua di un santo. Di straordinaria suggestione i reperti greci e romani nonché la meravigliosa Chiesa normanna di S. Filippo. I buongustai potranno assaggiare la squisita cassatella, dolce a base di mandorle, cannella, cacao, farina di ceci e ricotta.
Ma tra le tante città della provincia non può mancare una tappa a Nicosia, le cui case si aggrumano sugli scoscesi e rocciosi pendii della collina che “ospita” l’abitato. Il Santuario del Carmine, la Cattedrale, Santa Maria Maggiore sono le chiese da non trascurare.
Piazza Armerina, con la Villa Romana del Casale, accoglie ogni giorno migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo. I ben noti mosaici, tra cui le celebri fanciulle in bikini, sono tra cose più belle di cui va giustamente fiera l’intera Italia. In agosto c’è il Palio dei Normanni, di certo non inferiore per la magnificenza delle scenografie al più noto Palio di Siena.
E, ancora, perché non parlare delle gare in cui sfrecciano i bolidi attorno al perimetro del Lago Pergusa, nel quale qualche millennio addietro si esercitò il carro di Plutone con i suoi neri cavalli per il rapimento della vergine Proserpina? Oppure di Morgantina (Aidone) e del suo teatro, in cui da qualche anno è ripresa la rappresentazione di spettacoli classici? Fondata dai Greci su una collina, distrutta da Ducezio nel 460 a.C. e ricostruita nella adiacente pianura dove se ne osservano le rovine, Morgantina venne riscoperta e restituita alla luce grazie alle ricerche avviate da Paolo Orsi nel 1912 e condotte a termine nel 1955 da Richiard Stillwell (Usa) e Erik Sjokvist (Svezia). I reperti di queste attività di scavo sono ora custoditi nel Museo Archeologico di Aidone, ove tra l’altro si trova il celebre Busto fittile di Proserpina.
E che dire della possente mole dell’inespugnabile Castello di Sperlinga, scavato nella roccia e così impressionante con le pareti a strapiombo sull’abisso della roccia? Le ripide scale intagliate nella roccia, rese sdrucciolevoli dall’erosione del tempo, conducono in cima, fino alla torre merlata dalla quale chi non soffre di vertigini si affaccia ad ammirare il vastissimo panorama circostante.
Con il verde dei boschi e con i prati inondati a primavera da milioni di fiori Enna ispirò le Metamorfosi di Ovidio e il Ratto di Proserpina di Claudiano. Oggi guarda al futuro con fiduciosa speranza ed attende i nuovi visitatori sotto il duplice segno dell’ospitalità e dell’amicizia.
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