Erice, capitale religiosa degli Elimi, dei Fenici, dei Greci e dei Romani sull’omonimo monte nell’estremità occidentale della Sicilia, con il celeberrimo tempio della Dea Madre (variamente denominata Astarte, Afrodite o Venere), in cui cinquemila bellissime ierodule praticavano la prostituzione sacra, è universalmente ritenuta uno dei siti archeologici più rilevanti dell’intera area mediterranea. Il suo re Aceste, figlio della troiana Egesta e del dio fluviale Crimiso, accolse ed ospitò i compatrioti che, reduci dalla decennale guerra con i Greci, vi giunsero dopo una settennale e avventurosa navigazione. Qui morì e venne sepolto il padre di Enea Anchise, in onore del quale l’anno seguente si svolsero al ritorno dei Troiani dal soggiorno africano i solenni ludi novendiali. Erice, assieme a Taormina, è uno dei poli turistici più noti e frequentati della Sicilia.
Per agevolare il raggiungimento della vetta da parte dei turisti e dei residenti, è stata inaugurata l’8 luglio scorso la nuova funivia per Erice; infatti da diversi decenni la vecchia funivia, che era stata la prima ad essere realizzata nella Sicilia del dopoguerra, era stata successivamente disattivata.
“Un risultato eccezionale” scrive il capo ufficio stampa della Provincia Salvatore Ingianni nell’ultimo numero de “Il Veliero”, il periodico di Turismo, Cultura ed Enogastronomia curato da Carlo Alestra. “L’impianto funiviario, completato in due anni di lavoro, prosegue Ingianni, è stato costruito dall’Associazione Temporanea di Imprese formata dalla Leitner s.p.a., dalla Tecnicon s.r.l. e dalla Coling s.p.a. per una spesa complessiva di oltre 12 milioni di euro”.
La distanza tra la stazione di valle (40 metri sul livello del mare) e quella di arrivo (703 metri di altezza) viene coperta in dieci minuti da 47 cabine che trasportano simultaneamente otto passeggeri ciascuna.
“L’avvio della nuova funivia Trapani-Erice - ha dichiarato Giulia Adamo, cui va l’intero merito dell’iniziativa - costituisce un momento di grandissimo valore, non soltanto assai concreto ma anche molto importante per la sua insita e positiva simbologia e per le aspettative dell’intero territorio trapanese che rientra così in possesso di un bene sicuramente prezioso, utile a ricomporre taluni tratti della propria identità e della propria tradizione, un bene caduto in oblio proprio in questi decenni di assenza della funivia, la quale torna ora ad essere a disposizione delle migliaia di visitatori che annualmente rendono omaggio alla mitologica città di Erice e al suo fascino millenario”.
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