Le prime testimonianze di ceramiche dipinte risalgono al periodo neolitico, durante il quale si usavano dei pigmenti naturali per colorare l’argilla utlizzata nella decorazione delle pareti delle grotte, dimore di allora.
In seguito nell’antica Grecia si diffuse l’uso di dipingere la ceramica con decori color terracotta e nero, spesso con disegni geometrici o figure stilizzate, che hanno tanto caratterizzato questa civiltà.
In Sicilia alcune località sono diventate famose grazie alla produzione di oggetti in ceramica che tutt’ora conservano l’aspetto e le caratteristiche di quelle in uso nell’antichità, con uno stile che le rende inconfondibili, come quelle di Caltagirone in provincia di Catania, le cui ceramiche artistiche sono conosciute in tutto il mondo, le rinomate produzioni artigianali di Santo Stefano di Camastra in provincia di Messina , quelle di Sciacca e di Burgio in provincia di Agrigento, quelle di Palermo, di Caltanissetta (che si distingue per la produzione di terrecotte dalle svariate forme); da ricordare, infine, le notevoli produzioni di ceramiche artistiche di Ispica, di Comiso e quelle della località di Lentini in Provincia di Siracusa, in cui si risente particolarmente l’influenza dello stile antico, grazie ai vasi rinvenuti dopo gli scavi effettuati sul luogo.
Erice, rinomata cittadina medievale in provincia di Trapani, può vantare ceramiche molto raffinate, le cui decorazioni rievocano lo stile dell’antica tradizione locale tramandata da secoli.
La decorazione della ceramica avviene in fase successiva alla prima cottura (con temperature di quasi 1000° C): dopo il raffreddamento, gli oggetti vengono smaltati per potervi dipingere. Inizialmente si realizza uno schizzo sulla terracotta da decorare, tramite un morbido e sottile pennello, servendosi del “minio”, una polvere arancione che scompare dopo la cottura, necessaria per fissare il disegno sull’oggetto.
La decorazione varia dalle forme più semplici (anche astratte, motivi floreali e geometrici), alle più complesse (immagini paesaggistiche, soggetti religiosi, animali,
Inoltre, con la “cristallina”, si possono ottenere diversi effetti: lucido, opaco e antichizzato.
Il colore è fondamentale: si prepara con polveri colorate a base di ossidi minerali, essenza grassa, acquaragia e in alcuni casi essenza di lavanda, e viene applicato utilizzando pennelli indicati in base alla dimensione del disegno. Un effetto molto decorativo e suggestivo è la “spugnatura”, che si effettua molto velocemente imbevendo una spugna nel colore e pressando delicatamente sulla superficie da riempire: viene spesso adottata per decorare i bordi di brocche, vasi, piatti, giare e vassoi. Finito il lavoro di decorazione dell’oggetto, per fissare il disegno definitivamente, si passa alla “seconda cottura”, con forni elettrici che raggiungono temperature di 920°-930°C per 12 ore consecutive (compreso il raffreddamento).
La ceramica si può dipingere anche a freddo, con colori appositi che si applicano direttamente sulla superficie dell’oggetto verniciato, o su creta cruda rivestita di smalto bianco. L’unica notevole differenza con la tecnica “a caldo” è che gli oggetti così decorati non possono essere utilizzati per contenere alimenti perché possono essere tossici.
Personalmente, ho avuto esperienza nel settore della decorazione della ceramica a caldo, lavorando in diversi laboratori di ceramiche artistiche e posso affermare che nonostante sia un lavoro molto impegnativo che richiede la massima attenzione, precisione e concentrazione, se si lavora con passione e creatività si ottengono gratificazione e grandi soddisfazioni.
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