Da Enna ad Agira

di Pierelisa Rizzo
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Il busto di Diodoro Siculo ad AgiraAll’estremità dell’altopiano che domina le valli del Dittaino e del Salso, Enna con i suoi mille metri slm è il più alto capoluogo d’Italia. La sua provincia, ricca di storia e di cultura, è meta ambita di turisti e visitatori.
Chi da Enna decide di fare una passeggiata può andare verso sud e visitare la ben nota Piazza Armerina con la Villa Romana del Casale ed i suoi dintorni, o puntare a nord per un tour meno noto ma non meno interessante. A sette chilometri, infatti, c’è Calascibetta, pittoresco centro agricolo di origine araba ma ricco di testimonianze preistoriche, situato in posizione dominante ed anfiteatro su di una rupe dei monti Erei. Nei suoi dintorni merita di essere conosciuta, per il rilevante interesse archeologico, la necropoli di Realmese, scavata nella roccia del Cozzo San Giuseppe, che comprende circa 300 tombe rotonde a guisa di forno. La località è raggiungibile percorrendo per circa un chilometro e mezzo la strada statale che da Calascibetta conduce a Petralia ed imboccando, al bivio, la rotabile che porta al sito.
Sempre partendo da Calascibetta, è d’obbligo fare tappa a Sperlinga, al limite tra le Madonie e i Nebrodi. Particolarità della cittadina, come testimonia il suo nome, che in greco significa “grotta, spelonca”, è quella di avere abitazioni e negozi scavati nella roccia arenaria. Sperlinga è signoreggiata da un grandioso castello già esistente in epoca normanna che domina da una roccia. Sull’arco della porta, il motto che rese famosa la città: “Quod Siculis placuit sola Sperlinga negavit”. Infatti, durante i Vespri siciliani, mentre tutte le città dell’isola lottavano per scacciare i Francesi, Sperlinga apriva loro le porte, ospitandoli nel castello fortificato.
A dieci chilometri da Sperlinga, si suggerisce di visitare Nicosia, centro agricolo e commerciale sul versante meridionale nei Nebrodi. Essa sorge, suggestiva, a riparo dell’alta rupe di un castello arabo-normanno a 714 metri di altezza. Dai ruderi del vetusto maniero si può ammirare un superbo panorama che include i Nebrodi, l’Etna, il monte Altesino e le Madonie. Di origine bizantina, Nicosia è città nobile e colta. Dal 1500 al 1700 fu sede di accademie e di confraternite artistiche.
Occorre assolutamente non trascurare i palazzi baronali, il castello normanno e la chiesa gotica di S. Nicolò dove, fra gli altri tesori, viene gelosamente custodito il soffitto ligneo a capriate del 1400, istoriato e decorato a tempera. Caso unico in Europa, è un fulgido esempio della sintesi della cultura arabo-siculo-ispanica con il gotico internazionale.
Proseguendo per la statale Palermo-Taormina il paesaggio, mano a mano che ci si avvicina ai Nebrodi e al massiccio dell’Etna, si fa sempre più imponente: qui affiorano con frequenza le rocce calcaree tipiche della conformazione geologica della zona.
Se ci si inerpica fino a 1120 metri slm, si giunge a Troina: il paese, che dista da Enna 61 km, è adagiato su una lunga cresta di roccia da dove emergono consistenti tracce di fortificazioni greche. Ma Troina vanta pure origini risalenti all’era pre-greca; numerosi storici tendono ad identificarvi Engyon. Resti di mura megalitiche testimoniano, nei dintorni della città, un prestigioso passato.
Terme romane di CenturipeDa Troina, mossi dalla voglia di conoscere e percorrendo non poca strada (spesso tutt’altro che agevole), ci spostiamo a Centuripe, dove si gode una delle più belle vedute dell’Etna. Importante centro ortofrutticolo tra le valli del Dittaino e del Salso, la cittadina ha origini antichissime: centro di difesa dei Siculi, ebbe notevole rinomanza soprattutto in epoca romana, come testimoniano edifici e necropoli ritrovati nel corso di varie campagne di scavo. Le strade per raggiungere i vari siti archeologici sono tuttavia impervie e di frequente malsicure per frane; si può tuttavia visitare il locale Museo Archeologico, dove è custodita una serie di reperti di ingente pregio come le statuette votive con rilievi e pitture a tempera. Centuripe fu, com’è noto, celeberrimo centro di produzione di vasi greci e di pregevoli ceramiche.
Da Centuripe, prima di rientrare ad Enna, possiamo adesso raggiungere l’ultima meta del nostro itinerario, Agira: fondata dai Siculi e poi attivissimo centro ellenico, essa sorge a ridosso di un rilievo roccioso dell’altopiano zolfifero. Patria del grandissimo storico greco Diodoro Siculo, autore di una monumentale storia universale in 40 libri, Agyrion risale al periodo della colonizzazione greca in Sicilia durante il quale, nel IV secolo a.C., godette di straordinaria floridezza. Nella parte più alta della città dominano i ruderi dell’antico castello da cui si ammira il superbo panorama della Sicilia orientale.
Da qui facciamo ritorno a Enna, punto di attrazione insieme con la sua provincia per il visitatore sensibile al fascino della storia e dei reperti archeologici: ombelico della Sicilia -come venne chiamata da Callimaco e da Cicerone- la città, ricca di cultura e di un passato plurimillenario, è in grado di offrire soggiorni stimolanti in una cornice meravigliosa dove la natura rimane sempre e miracolosamente a fianco dell’arte.




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