A Centuripe, i resti antichi nell'area del foro sono stati indagati a più riprese dal 1925 in poi.
La fase principale sembra datarsi intorno alla metà del II secolo. È visibile un tratto di una piazza lastricata, marginata a ovest da un portico, la cui estremità era dominata da un ambiente per riunioni, sopraelevato di circa un metro rispetto alla piazza: forse la sede di un collegio di Augustali (un sacerdozio del culto imperiale). All'angolo della piazza è un'esedra, un ambiente con due colonne in facciata, pavimentato con piastrelle di marmi colorati. Una gradinata mette in collegamento con un'altra piazza su cui si affaccia una costruzione preceduta da un portico e pavimentata a mosaico. Doveva trattarsi quindi di un complesso di piazze porticate e di edifici pubblici che si disponeva a terrazze, adeguandosi al pendio e aprendosi sul panorama dell'Etna.
Il Servizio per i Beni Archeologici della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Enna, diretto dalla dott.ssa Carmela Bonanno, ha realizzato dei lavori per migliorare la fruizione del monumento.
Anni fa un pavimento a mosaico era stato ricoperto di sabbia per protezione dai ragazzini: quando la cultura locale non sente i monumenti come proprio patrimonio, la tutela diventa un'impresa. Il mosaico è tornato in vista; la leggera struttura protettiva (in profilato metallico e rete) indica il volume originario del portico a due piani; un tratto di tavolato (appoggiato ad una mensola originale) indica il piano superiore. Una passerella consente di vedere tutto senza calpestare i ruderi.
Come in tutti gli scavi urbani vi sono resti relativi a diverse fasi incastonati tra di loro e che richiedono il completamento ideale di parti mancanti.
Intanto è possibile una migliore lettura della parte dell'area del foro sinora scavata. In futuro si conta di ampliare lo scavo. Da questo complesso edilizio proviene un grande ciclo statuario, con un numero di statue che supera ampiamente la decina, comprendente imperatori e familiari; ma anche i familiari di Pompeius Sosius Priscus, console nel 149, probabilmente il personaggio che ha finanziato il monumento, in una Centuripe che doveva essere la terra natia della sua famiglia. Il padre del Nostro, Quintus Pompeius Falco, apparteneva alla cerchia degli stretti collaboratori dell'imperatore Adriano. Il monumento si trova a poche decine di metri dal Museo Civico, che ospita buona parte delle sculture (altre sono a Siracusa) e le iscrizioni. Le iscrizioni sono attualmente in magazzino, in attesa di restauro; le statue, anch'esse in attesa di restauro, sono esposte con accanto dei fotomontaggi che le mostrano con i frammenti da riassemblare.
Nel 128 l'imperatore Adriano visitò la Sicilia e salì sull'Etna. Si provvide anche a battere moneta con la leggenda propagandistica “Restitutor Siciliae”; titolo connesso a un programma di restauri e nuove costruzioni, con le relative somme che a questo scopo dovette elargire alle città siciliane. Il percorso per il cratere era diverso da quello moderno: da Catania si prendeva la grande via dell'interno; a metà strada da Centuripe si deviava per avventurarsi verso la montagna. Non è solo un problema di viabilità. A Centuripe ci sono molti importanti monumenti di età imperiale. Tutti sono databili intorno al II secolo; sembra proprio trattarsi di una vera e propria fase urbanistica. Grandiose tombe monumentali a torre fanno pensare a personaggi di rango molto elevato. Ricche urne cinerarie di marmo dovevano contenere i resti di persone agiate di estrazione servile o libertina (queste ultime ovviamente sono presenti in quanto componenti dell'entourage dei primi). Non è detto che si trattasse solo di illustri personaggi più o meno di passaggio per seguire i propri affari in loco.
I sontuosi edifici pubblici e gli imponenti monumenti funerari potrebbero avere segnato i successi di una famiglia locale. E d'altra parte è seducente pensare che l'imperatore Adriano abbia visitato la città, coinvolto dall'amico Q. Pompeius Falco.
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